Bhutan
Il Paese del Drago Volante
Il Bhutan è un piccolo Stato arrampicato tra le montagne, che confina con India e Cina. Anche chiamato il “Paese del Drago Volante”, ha una storia davvero singolare. Chiuso al resto del mondo fino al 1974 sta gradualmente iniziando ad attirare un turismo curioso e selezionato. Il suo isolamento dal resto del mondo gli ha conferito un carattere davvero insolito e i collegamenti sono ancora essenziali. Arriverete, infatti, con l’unica compagnia aerea autorizzata ad operare sul suolo nazionale (la Druk Air, compagnia di bandiera bhutanese) e verrete presi in carico da una guida che vi seguirà passo passo fino alla vostra partenza. Sarà lo stesso governo bhutanese a selezionare i vostri luoghi di soggiorno. La quota giornaliera che pagherete comprenderà, invece, soggiorno, pasti, visite guidate e trasporti. Tutto ciò (e molto altro, continuate a leggere!) rende il Bhutan un paese unico nel panorama turistico mondiale.
Quando andare in Bhutan?
Nel Bhutan il clima è influenzato dall’altitudine. Troverete quindi un clima subtropicale in pianura e progressivamente più freddo man mano che salirete sui pendii dell’Himalaya. Inoltre, questo territorio è influenzato dal monsone estivo, che porta piogge e nuvolosità diffusa per quasi sei mesi l’anno.
I periodi migliori per visitare la parte montuosa sono, quindi, le stagioni intermedie. In particolare marzo e aprile, e il periodo che va da metà ottobre a metà novembre.
Nel periodo estivo le piogge possono rendere fangose le strade e rendere difficili gli spostamenti. Le nubi possono oscurare le cime montuose.
In inverno il tempo è in genere buono, ma rigido in montagna e non sono escluse nevicate in alta quota, che possono bloccare alcuni passi.
Come ottenere il visto per il Bhutan ?
Il visto è obbligatorio ed è ottenibile prenotando un pacchetto viaggio, ma sarà rilasciato solo una volta sul posto (sia che abbiate effettuato un viaggio aereo sia nel caso di un viaggio terrestre). Il rilascio avverrà a fronte di un pagamento di 20 dollari US. Per il resto sono necessarie solo due fototessere.
Dal momento della sua apertura al turismo, nel 1974, il Bhuthan ha fatto di tutto per preservare le sue tradizioni millenarie. Per tale motivo, le condizioni di ingresso nel paese sono draconiane, ma non insormontabili. Occorre però rispettare attentamente alcune regole. dovrete rivolgervi necessariamente a un’agenzia di viaggio, che si occuperà di sottoporre la domanda di visto all’autorità preposta, il Tourism Authority of Buthan. Questo è l’ente che si occupa dell’emissione dei documenti necessari. Ma occorre aver già scelto il proprio itinerario. Ed è solo a questo punto che l’agenzia si occuperà di prenotare i vostri biglietti aerei presso la compagnia aerea Druk Air, la sola che effettua voli per il Buthan.
La storia del Bhutan
Il Bhutan è, anche oggi, una monarchia costituzionale. Il re, chiamato Druk Gyalpo (Re Drago), è Jigme Khesar Namgyal Wangchuck, salito al trono nel 2006 dopo l’abdicazione del padre re Jigme Singye Wangchuck. Il Consiglio consultivo reale, i cui membri sono di nomina regia, lo affianca nell’esercizio del potere.
Fino all’inizio del XX secolo il Bhutan è stato, invece, governato da un doppio sistema amministrativo introdotto da Shabdrung Ngawang Namgyal, leader spirituale del XVII secolo. A lui si deve l’unificazione del Paese e lo sviluppo delll’identità bhutanese. Nel 1907 furono il clero, i Consiglieri dello Stato e i rappresentanti di tutti i distretti, unitamente alla popolazione ad eleggere il Trongsa Penlop – il “governatore” Ugyen Wangchuck – primo re ereditario.
Il Bhutan, quindi, è un regno di cui l’attuale re, Jigme Khesar Namgyal Wangchuck, è anche Capo di Stato. Tuttavia, in seguito ad un decreto reale adottato dall’Assemblea Nazionale nel 1998, il re non è più il capo del Governo. Questa carica è ricoperta dal Presidente del Consiglio dei ministri, posizione assegnata per un anno a turno a ciascuno dei cinque Ministri eletti con il maggior numero di voti.
L’indicatore di felicità del Bhutan
Il caratteristico approccio bhutanese della massimizzazione della Felicità Interna Lorda – Gross National Happiness – proposto dal re Jigme Singye Wangchuck negli anni settanta, costituisce il principio guida dello sviluppo. Forma la base per individuare la direzione da preferire alle altre e ha governato gli sforzi per il miglioramento degli standard di vita, incluso il benessere spirituale e la preservazione dei valori culturali e dell’ambiente fisico.
Il concetto proposto dal re indica che lo sviluppo è costituito da più dimensioni rispetto a quelle associate al Prodotto Interno Lordo e che lo sviluppo dovrebbe essere considerato come un processo che cerca di aumentare la felicità, piuttosto che la crescita economica. La Felicità Interna Lorda pone la persona al centro dello sviluppo riconoscendo che l’individuo ha bisogni di natura materiale, spirituale ed emozionale.
Sono cinque le tematiche o gli obiettivi che vengono considerati come potenti strumenti per dirigere il processo di cambiamento: lo sviluppo umano, la governance, lo sviluppo equilibrato ed equo, il patrimonio culturale e la conservazione dell’ambiente. I cinque obiettivi principali, non solo rendono il concetto di Felicità Interna Lorda più concreto, ma contengono anche il principio guida a cui è stata data grande importanza per assicurare nel futuro al Paese indipendenza, sovranità e sicurezza.
Bhutan e Religione
La scuola Drukpa – uno dei gruppi in seno alla scuola Kagyu del buddhismo tibetano e facente parte del Buddhismo Mahayana – è la religione di Stato.
Il buddhismo ha giocato un ruolo fondamentale nella storia e nello sviluppo delle strutture sociali. Tuttora riveste un importante ruolo, sia per il grande peso rivestito dal clero all’interno della società (fino a pochi decenni fa monopolista, di fatto, della cultura: solo nei monasteri era possibile ricevere un’istruzione), sia per l’importanza assegnata ai valori religiosi anche a livello politico.
L’induismo è la fede dominante dei territori meridionali mentre in alcune limitate parti del Paese si professano il Buddhismo Bön, l’animismo e lo sciamanesimo.
Informazioni generali sul Bhutan
Superficie: 46.500 km²
Popolazione totale: 758.340 abitanti
Lingua ufficiale: Dzonghka (lingua nazionale), altri 19 dialetti
Altre lingue parlate: inglese
Religione: il Bhutan è l’unico paese a professare come religione ufficiale una forma del buddhismo detta Mahayana.
Origini etniche: ci sono tre gruppi etnici principali. Il gruppo Sharchop vive soprattutto nella parte orientale e il gruppo Ngalop del Bhutan occidentale è composto da discendenti delle popolazioni tibetane che immigrarono nel V secolo. Le popolazioni di origine nepalese, chiamate Lotshampa, si stabilirono nella parte meridionale verso la fine del XIX secolo.
Forma di Stato: Monarchia Costituzionale
L’economia del Bhutan è basata sull’agricoltura. Gran parte della terra è coltivata e irrigata grazie al sistema dei terrazzamenti. Le coltivazioni principali sono quelle del riso, del frumento, del mais e delle patate. Il cardamomo e la frutta (mele, pere, prugne) sono coltivati per l’esportazione. L’allevamento si basa sui bovini (fra i quali gli yak, o buoi tibetani) e gli ovini.
L’industria poggia sul settore tessile, sulla produzione di cemento, fiammiferi e bevande alcoliche. Il maggiore partner commerciale è rappresentato dall’India.
Nel 2002 il prodotto interno lordo ammontava a 591 milioni di dollari USA, pari a un PIL pro capite di 690 dollari.Il paese ha aperto le frontiere al turismo solo nel 1974. Nel 2002 il paese è arrivato a circa 6.000 turisti e il turismo ha rappresentato la voce principale negli scambi con l’estero.
Data l’assenza di linee ferroviarie, il sistema di comunicazioni si basa su una rete stradale che collega molte zone del paese. I collegamenti con l’India, con il Bangladesh, con il Nepal e con la Thailandia sono garantiti anche da voli di linea.
L’unità monetaria nazionale è il ngultrum.
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