In Thailandia anche i tatuaggi hanno un portato rituale e simbolico di una profondità rara e che ci riporta nell’alveo di quella cultura animista e buddista che permea un po’ ogni aspetto del sentire e della società thai.
Per questo fare un tatuaggio thai in Italia ha poco senso, mentre per chi già è un appassionato, può diventare un’esperienza unica, da vivere rigorosamente in loco, per portare con sé a vita un po’ della sacralità delle usanze thailandese.
Breve storia dei tatuaggi thai
I tatuaggi thai, detti sak yant in virtù della tecnica di realizzazione che li contraddistingue, ovvero “picchiettare la geometria del disegno” con una cannuccia di legno, sono tatuaggi sacri legati ad un auspicio di protezione o di benessere a favore della persona che decide di farlo disegnare sulla propria pelle. Contrariamente a quanto avviene in Italia e nel resto del mondo, in Thailandia questi tatuaggi vengono praticati solo all’interno dei monasteri e solo da maestri o monaci che ne custodiscono tecnica e ritualità.
Ogni tatuaggio porta, infatti, con sé un insegnamento del Buddha e viene sempre “consacrato” grazie all’apposizione finale di una foglia d’oro, anch’essa tatuata. Ma se facciamo ancora un passo indietro nella storia, scopriamo che gli sak yant hanno origini ben più antiche e che vengono già praticati dagli sciamani dei villaggi di Cambogia, Vietnam e Thailandia. Unici depositari dei culti animistici, gli sciamani erano le figure a cui gli abitanti del villaggio si rivolgevano per un tatuaggio che fosse in grado di infondere quella forza e coraggio, sicurezza e protezione, necessarie per affrontare le sfide della vita.
Non a caso li adottarono più avanti negli anni anche i guerrieri khmer che riponevano in essi le proprie speranze prima di scendere sul campo di battaglia. E oggi alcuni messaggi o formule magiche sono ancora riportate nell’antica lingua khmer. Altri invece sono arrivati a noi in lingua pali, quella dei testi del buddismo therevada tanto per intenderci.
A prescindere dalla lingua, tutti gli sak yantra sono letteralmente “portatori di forme” e simboli. Tra le forme più presenti in questi tatuaggi sicuramente il quadrato, simbolo della terra, i triangoli (simbolo dell’energia maschile) e i triangoli rovesciati (simboli dell’energia femminile); il punto simbolo dell’origine del mondo e dell’unione degli opposti e il cerchio simbolo complementare dell’espansione dell’universo. Immancabile anche il classico fiore di loto i cui i petali simboleggiano i raggi solari, la chiarezza delle mente di chi attraverso le pratiche meditative spera di raggiungere l’illuminazione.
Ora gli sak yantra in occidenti sono diventati famosi un po’ come è successo a certe isole thailandesi… Quando Angelina Jolie li scelse per la sua schiena, la notorietà schizzò infatti alle stelle.
Dove vengono effettuati i tatuaggi sak yant?
Intanto non possono essere effettuati in qualsiasi parte del corpo. Farsene disegnare uno nella parte bassa è considerato oltraggioso, mentre sono sedi elettive il capo, il collo e la schiena.
Se invece state pensando a quale zona della Thailandia, sappiate che in molti templi è ancora tramandata questa arte. Non lontano da Bangkok nel Wat Bang Phra, gli allievi del defunto abate Luang Pho Poen realizzano tatuaggi dal grande potere magico. Per poterne ricevere uno è necessario tuttavia prenotarsi con un certo anticipo (le nostre guide locali sapranno aiutarvi) e predisporre un’offerta in bath.
E poi… poi dovrete continuare a comportarvi secondo i precetti buddisti a partire in primis, dal rispetto per ogni persona e forma vivente. Pena il decadere di tutte le protezioni e i buoni auspici che sciamani e monaci mettono a disposizione di noi comuni mortali.
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Articolo a cura di Mariella Marchisio