Alla scoperta di Mandalay: l’ombelico del Myanmar
Mandalay, resa immortale nell’opera di Kipling “la strada per Mandalay”, non è la destinazione preferita dei viaggiatori che giungono in Birmania. La maggior parte, infatti, preferisce vedere le città storiche quali Myeik e Mawlamyine, o la piana di Bagan. Oppure ancora le spiagge intorno a Ngapali. Eppure questa città dinamica e vibrante, che è stata capitale del Myanmar dal 1861 al 1885, riserva, a chi la visita con occhio attento, piacevolissime e inaspettate sorprese. Conosciamola insieme! Leggete la guida e consultate le offerte di viaggio e i pacchetti vacanze Myanmar di InnViaggi!
Cosa vedere e fare a Mandalay?
Nonostante sia una città “giovane” (fu fondata formalmente solo nel 1857) Mandalay vanta un gran numero di attrattive e monumenti di interesse. Ecco una breve lista delle cose da fare e vedere:
Visitare la città e il suo centro storico. Sebbene sia una città moderna, Mandalay vanta un patrimonio monumentale di tutto rispetto, tra moschee, chiese coloniali e pagode (ce ne sono più di 700!!). Gironzolare, specie in corrispondenza delle feste (dalla festa dei nat di Mingun in febbraio alla festa delle luci a ottobre, ce ne sono davvero tante!!) evitando il più possibile le vie invase dal traffico, è veramente piacevole. E permette di capire che Mandalay non è solo un punto di snodo per quanti sono diretti a sud o a ovest. Il punto ideale per iniziare la vostra visita a Mandalay è il palazzo reale, posto nelle vicinanze della stazione ferroviaria. Esso è racchiuso dentro un’immensa piazza cinta da un
fossato largo 70 m e protetta da un circuito di mura lungo più di 6 km. Anche se non ha più la sfavillante bellezza di un tempo (durante la seconda guerra mondiale, fu pesantemente bombardata) rimane comunque un complesso molto interessante. Per gli stranieri, che devono obbligatoriamente accedere dal lato est, l’impatto è altamente suggestivo.
Quando arriverete al palazzo vi troverete davanti a una selva di oltre 40 costruzioni in legno, la più imponente delle quali è una piramide su più livelli con i tetti ricoperti di filigrana d’oro. Attorno al palazzo, troverete un piccolo museo, la tomba del re Mindon, la torre del tamburo, una collezione di lastre in pietra con iscrizioni, e perfino un piccolo aereo, precipitato e lasciato lì.
In passato, all’interno del complesso si allevava un elefante bianco, che, secondo la tradizione buddista, è simbolo di regalità. Secondo la leggenda, infatti, la madre di buddha, sognò prima di partorire, un elefante bianco che le consegnava un fiore di loto.
Usciti dal palazzo vale la pena una visita al Setkyathiha Paya, celebre per la colossale statua di bronzo di un buddha seduto. Notevole anche la Shwekyimynt Paya, fondata nel lontano 1167, e la scintillante Mahamuni Paya, che ospita una statua di buddha famosa in tutto il Paese. Rivestita interamente d’oro tranne a livello del volto, viene lucidata ogni mattina alle 4 dai monaci. Assieme alle vicine Kuthodaw e Sandamuni Paya custodisce quello che viene definito “il libro più grande del mondo”: 2503 lastre ricoperte di iscrizioni, che recano scolpiti i Tripitaka (le scritture sacre buddiste).
Da non perdere, infine, il Ma Soe Yein Kyaung, il monastero più grande della città, e il Shwe In Bin Kyaung, un monastero costruito alla fine dell’800 da una coppia di facoltosi imprenditori, rinomato per i suoi elaborati intagli in tek.
Vi consigliamo, infine, di concludere la vostra visita della città salendo sulla Mandalay Hill da cui potrete godere di una splendida vista che abbraccia anche i dintorni. Si può giungere sulla sommità in vari modi, ma il percorso più famoso è, giustamente, quello che solca il versante meridionale dell’altura. Richiede circa mezz’ora a piedi ma potrete andarci tranquillamente, anche in bus o in mototaxi.
Fare shopping e godersi la vita notturna. Mandalay è la città migliore del Myanmar per fare shopping e portarsi un pezzo di oriente a casa. Vagabondando per le strade ortogonali, potrete fare esperienze gastronomiche particolari. Mangiare cavallette fritte e bigné di crema e formaggio. Oppure acquistare pregiati oggetti in giada. O ancora osservare il processo di fabbricazione delle foglie d’oro che i fedeli (solo maschi) possono applicare sulle statue del buddha sparse in ogni dove. Qui potrete ammirare i parasole fabbricati in carta di gelso, gli elaborati arazzi e provare costumi esotici.
Potrete, in definitiva, immergervi nella quotidianità e rimanerne affascinatii. Quando, stanchi dello shopping, vorrete riposare, non dovrete fare altro che andare vicino al fiume, ritemprarvi e ammirare il lento movimento delle barche. Per chi invece cerca il divertimento non c’è che da scegliere tra cinema, locali di karaoke, spettacoli di marionette, show di cabaret e locali con musica dal vivo, pronti ad accompagnarvi sino all’alba.
Visitare le capitali storiche poste nelle vicinanze. Mandalay è una città moderna, ma la regione circostante ha una lunga storia alle spalle. E ospita 4 città che nei secoli, dopo il declino di Bagan, assursero al ruolo di capitale: Amarapura, Inwa (nota in occidente come Ava), Sagaing e Pinya. Amarapura.
Amarapura, il cui nome significa “città dell’immortalità”, è stata la penultima capitale del Myanmar prima della conquista inglese. Si trova a circa 10 km da Mandalay, di cui è diventata di fatto un sobborgo.
È conosciuta per la pagoda Pahtodawgyi e soprattutto per l’U- Bein bridge, il ponte pedonale in legno di teak più lungo al mondo. Questo ponte poggia su 1086 pali e attraversa la sponda occidentale del lago Taungthaman. All’alba e al tramonto è tra i luoghi più fotografati di tutto il Paese!
Inwa, capitale birmana per ben 4 volte a partire dal 1364, è un luogo ricco di storia e punteggiato di rovine. Bellissimo da visitare in bicicletta o in calesse. Tra i luoghi da vedere, segnaliamo il Bagaya Kyaung, il monastero buddista in legno di teak e la Yadanasimi Paya, complesso formato da tre satue di buddha e alcuni stupa in mattoni.
Sagaing, ora collegata a Mandalay da un moderno ponte, si trova in un paesaggio verdeggiante, in mezzo a colline piene di stupa, che ne fanno quasi una versione in miniatura di Bagan. È un centro spirituale di primaria importanza, abitato da migliaia di monaci. Tra i vari edifici, il più noto è la Pon Nya Shin Paya. La leggenda vuole che questo sfarzoso edificio, concepito intorno al 1300, sia comparso per magia nel corso di una sola notte, grazie ai poteri sovrannaturali di Pon Ya, il ministro del re.
Pinya, infine, è ormai un piccolo villaggio, in cui lo splendore del passato si può solo immaginare osservando le rovine. Nelle vicinanze merita un’escursione Mingun. Questo piccolo villaggio, raggiungibile con un’escursione di mezza giornata da Mandalay, è noto per la sua enorme campana, per molto tempo la più grande al mondo. E per la presenza di quella che, se fosse stata ultimata, sarebbe stata la pagoda più grande del mondo. La sua base misura infatti 70 metri, e la terrazza inferiore 140. La morte del sovrano che la progettò, interuppe i sogni di gloria di questo complesso.
Risalire il corso dell’Irrawaddy. Se il traffico di Mandalay vi verrà a noia, niente di meglio che imbarcarvi a bordo di un traghetto e risalire, per un lungo tratto, dell’Irrawaddy. Un sinuoso fiume che nasce sulle montagne himalayane e si getta nel mare delle Andamane e che costituisce quasi l’autostrada del Paese. Il viaggio da Mandalay a Bahmo è lunghissimo (circa una settimana) e a tratti scomodo. Una sorta di “elogio della lentezza”, o un modo privilegiato per lasciarsi cullare dai ritmi sonnolenti del Myanmar. O per per conoscere meglio la gente del posto. Se sarete fortunati, potrete anche avvistare i rarissimi delfini! Da Bahmo, poi, potrete, burocrazia e politica permettendo, spingervi ancora più in su, fino a Mytkyina, ottimo punto di partenza per scoprire il selvaggio nord.
Rinfrescarsi dalla calura e rifugiarsi a Pyin Oo Lwin. Pyin Oo Lwin, una cittadina di circa 70000 abitanti, fu fondata dagli inglesi nel 1896 qcome luogo di villeggiatura estiva.
Oggi questo luogo fresco e alberato, posto a circa 1000 metri di altitudine, sta diventando il luogo di ritrovo dell’emergente élite birmana. Caratterizzato da un’atmosfera tranquilla e festaiola al tempo stesso è circondato da un entroterra piacevole in cui potrete dedicarvi al trekking, tra foreste, piantagioni di té e villaggi su palafitte. E toccare con mano la varietà etnica e ambientale del Myanmar.
Quando andare a Mandalay in Myanmar?
Il periodo migliore per andare a Mandalay va da novembre a febbraio, quando le temperature sono gradevoli e il livello delle acque del’Irrawaddy è alto. Se però farete lo sforzo di recarvi in città ad aprile sarete ripagati dalla magia della festa di Thingyan. I trekking sugli altipiani circostanti, invece, possono essere intrapresi anche in estate. Questa zona, in definitiva, può essere visitata tutto l’anno.
Info e consigli pratici
Mandalay è un punto di snodo strategico per tutte le direzioni, ben collegata a tutti i siti di interesse. Numerosi voli interni la connettono con le località più lontane (Yangon, Lashio, Bahmo, Kyaingtaing, etc).
Le 4 capitali possono essere raggiunte comodamente e a prezzi irrisori (non più di un paio di dollari), in pickup o in longboat.
Località più lontane come il lago Inle, Kalaw e Hsipaw sono raggiungibili tramite trasferte in bus di durata variabile (dalle 6 alle 11 ore) e dal costo compreso tra i 5 e i 10 $. Bagan, infine, è collegata tramite bus e battello.
Il treno è sconsigliato in quanto scomodo e costoso. Vi consigliamo di fare un’eccezione solo per il viaggio fino a Lashio. Per visitare i siti della Mandalay reale, occorre un biglietto che costa 10000 kyat, acquistabile presso il palazzo stesso. In esso è compreso anche l’accesso alla maggior parte dei monumenti delle 4 capitali.
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