Potala, dimora dei Dalai Lama e simbolo del Tibet
Il Potala, imponente fortezza di colore bianco e ocra che si eleva altissima sopra la città di Lhasa, a una delle maggiori altitudini del mondo, è stata per quasi quattro secoli l’immagine che preannunciava al pellegrino i fasti della Città Santa del Tibet. E ancora oggi incanta chi vi giunge per la prima volta. Consultate le proposte di viaggio e prenotate!
Il Potala, il monumento più conosciuto e rappresentativo di Lhasa, è una delle massime meraviglie architettoniche dell’Oriente. Quasi tutti i viaggiatori ricordano la prima presa di contatto con il Potala come un’esperienza magica e indimenticabile.
Il Potala è una struttura delle dimensioni imponenti, un luogo che incute una sorta di timore reverenziale e che giace assopito nel paesaggio come un immenso museo. La mancanza di vita di questo edificio altamente simbolico ricorda ai visitatori che il Dalai Lama è stato costretto a trasferire altrove il proprio governo. I pellegrini hanno libero accesso al Potala ogni lunedì, mercoledì e venerdì. In questi giorni molte cappelle risultano particolarmente affollate, ma anche questa circostanza riveste un certo fascino. Se invece volete evitare l’arrivo dei numerosi gruppi vi consigliamo di iniziare la visita prima delle 9.30 del mattino. Non si possono scattare fotografie all’interno del Potala e tutte le sale sono provviste di rilevatori di movimento e telecamere.
Per accedere al Potala passerete attraverso la porta occidentale, seguendo la strada secondaria che conduce fino alla cima della fortezza. I corridoi si snodano attraverso l’intricato labirinto, sfociando infine sul tetto del palazzo bianco.
Dimora di tutti i Dalai Lama che si sono susseguiti al potere, dopo la costruzione del Palazzo d’Estate del Norbulingka (fine del XVIII secolo) è stato utilizzato soltanto come residenza invernale.
Il Potala è stato anche la sede del governo tibetano, e con le sue cappelle, le celle, le scuole per gli studi religiosi e le tombe dei Dalai lama, è sempre stato un microcosmo autosufficiente.
Il Potala fu colpito da alcuni colpi di artiglieria durante la sollevazione popolare del 1959 contro i cinesi, ma per fortuna i danni non furono gravi. L’edificio fu risparmiato anche durante la rivoluzione culturale ed è stato riaperto al pubblico nel 1980.
Il Palazzo Rosso del Potala: il piano terra
La prima cappella che visiterete è la Cappella del Nato Santo, che custodisce statue di Guru Rinpoche, dei primi quattro Dalai Lama, di Sakyamuni, del quinto Dalai Lama e degli otto Buddha della medicina. In un angolo vedrete anche la statua dell’undicesimo Dalai Lama, morto all’età di 17 anni.
In fondo al corridoio si trova la bellissima sala delle riunioni, l’ambiente più ampio e più centrale del Potala. Qui potrete ammirare i capitelli dei pilastri finemente scolpiti. Il grande trono che domina un capo della sala apparteneva al sesto Dalai Lama e ai lati del salone si aprono quattro importanti cappelle.
Nell’ala ovest della sala riunioni si trova una delle attrattive principali del Potala, la maestosa cappella delle tombe dei Dalai Lama. Domina la sala immenso chörten alto 12,6 m e ricoperto da 3700 kg d’oro. Accanto a esso si notano due chörten più piccoli che custodiscono le spoglie del decimo e del dodicesimo Dalai Lama, entrambi morti in giovanissima età. Altri 8 chörten rappresentano gli otto principali avvenimenti della vita del Buddha.
La cappella che si apre subito dopo, il lungo Rigsum Lhakhang, è consacrata agli otto insegnanti indiani che introdussero nel Tibet varie pratiche e riti tantrici. La statua centrale in argento raffigura Guru Rinpoche. Sul fianco sinistro si trovano le statue delle consorti e degli altri insegnanti, mentre alla sua destra sono visibili otto statue raffiguranti lo stesso Guru Rinpoche in diverse manifestazioni.
L’ultima Cappella di questo piano è quella di lamrim. Lamrim significa letteralmente “sentiero graduale”, un’espressione che si riferisce agli stadi progressivi che caratterizzano la via verso l’illuminazione. La statua centrale è quella di Tsongkhapa, il fondatore dell’ordine Gelugpa, al quale sono di solito collegati i testi del lamrim.
Il Palazzo Rosso del Potala: secondo piano
Le prime tre sale di questo piano sono tutte collegate tra loro e ospitano bene 3000 statue cinesi. Proseguendo verso l’angolo nord-occidentale si arriva un piccolo corridoio che conduce alla Camera di meditazione del re Songtsen Gampo, che insieme alla cappella di Arya Lokeshvara, è una delle stanze più antiche del Potala.
La stanza che si apre sul lato meridionale dopo la cappella di Sakyamuni ospita la mostra dei tesori del Potala: una collezione piccola ma di altissimo valore. Tra gli oggetti più celebri un mandala tridimensionale realizzato con oltre 200000 perle, un Buddha in cristallo e una scultura in bronzo raffigurante un lato che si apre rivelando al suo interno alcune statuette in miniatura.
Nella cappella dei Nove Buddha della longevità prestate attenzione ai dipinti murali vicini alla finestra. Quello di sinistra raffigura Tangtong Gyelpo e il suo famoso ponte sullo Yarlung Tsangpo, nei pressi di Chunshul.
Nella cappella di Sakyamuni troverete invece una biblioteca, il trono del settimo Dalai Lama e alcuni pregevoli esempi di calligrafia.
L’ultima Cappella del secondo piano, la cappella di Kalachakra, è invece nota per il suo magnifico mandala tridimensionale, che supera i 6 metri di diametro. Qui troverete pie di 170 statue finemente scolpite.
Il Palazzo Rosso del Potala: terzo piano
Nelle prime due sale di questo piano troverete le tombe dell’ottavo e del nono Dalai Lama, adorne di gioielli.
Nell’angolo nord-occidentale alcuni gradini conducono alla piccola, ma importante Cappella di Arya Lokeshvara. Questo sarebbe uno dei pochi segmenti del Potala appartenente al palazzo originale, fatto costruire nel VII secolo da Songtsen Gampo. Questa cappella è la più sacra tra quelle del Potala e l’omonima statua, posta al suo interno, è la più venerata di tutto il complesso. A sinistra della statua troverete il settimo Dalai Lama e Tsongkhapa, a destra il quinto, l’ottavo è il nono e Chana Dorje. La teca sulla sinistra contiene le impronte su pietra di Guru Rinpoche oltre a una gigantesca ruota della legge.
Dall’angolo al nord occidentale inizia un lungo corridoio che si allontana dal circuito principale portando a una galleria che si affaccia sulla tomba del tredicesimo Dalai lama. Accanto troverete la cappella della felicità immortale, un tempo residenza del sesto Dalai Lama. Ora il trono è vuoto.
Nella cappella della vittoria sui tre mondi troverete anche una biblioteca e alcuni test di manciù esposti al pubblico.
La cappella dei mandala tridimensionali ospita invece gli straordinari mandala tempestati di gemme e le tre principali divinità tantriche dell’ordine Gelugpa. Vicino al trono del settimo Dalai Lama vi consigliamo di osservate attentamente alcuni pregevoli affreschi anneriti.
Il palazzo bianco
Una volta giunti sul tetto, prima di entrare nelle stanze private del tredicesimo e del quattordicesimo Dalai Lama potrete ammirare le splendide vedute della città.
La prima sala che si incontra all’interno è la sala del trono, dove i Dalai Lama ricevevano gli ospiti ufficiali. Il grande quadro sulla sinistra rappresenta il tredicesimo Dalai Lama. In questa sala si possono ammirare alcuni splendidi dipinti murali tra cui una rappresentazione di Bodhgaya, dove il Buddha raggiunse l’illuminazione.
Il percorso continua fino alla sala dei ricevimenti, in cui è esposta una raccolta di statue di bronzo. Dal balcone accessibile da questa sala potrete godere di una splendida veduta panoramica.
Arriverete infine alla camera della meditazione, dove sono ancora conservati alcuni oggetti rituali appartenenti all’ultimo Dalai lama. Nell’ultima stanza, la camera da letto del Dalai Lama, sono esposti alcuni suoi effetti personali. Dalla camera da letto parte una scalinata che scende fino al cortile esterno del palazzo bianco.
Il Kora del Potala
Il circuito di pellegrinaggio che si snoda ai piedi del Potala offre l’opportunità di fare una piacevole passeggiata, prima o dopo la visita della fortezza. Dal chörten occidentale, presso il quale un tempo sorgeva la porta occidentale di Lhasa, potrete seguire il viale delle ruote di preghiera passando accanto a numerose bancarelle che vendono ogni sorta di oggetti: dalle sciarpe votive in seta alle ruote di preghiera.
Come raggiungere Lhasa
L’aeroporto Gonggar di Lhasa si trova a 97 km dal centro della città. Il tragitto in autobus impiega circa un’ora. In questo scalo arrivano voli diretti da Chengdu, Pechino, Shanghai, Chongqing, Xi’an, Xining, Guangzhou, Chamdo, Kunming e Katmandu.
Si può raggiungere Lhasa anche con il Lhasa Express, che corre sulla linea ferroviaria più alta al mondo e collega Golmud a Xining, passando vicino all’omonimo lago, il più esteso della Cina.
Quando andare in Tibet
Il periodo migliore per andare in Tibet è tra maggio e l’inizio di novembre (in seguito le temperature cominciano a diminuire). Da sottolineare che tra maggio e giugno ha una certa rilevanza il fattore vento. Lhasa gode di un clima mite da maggio a novembre, ma tra giugno e luglio possono verificarsi delle piogge.
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